Un Saluto dal Gruppo Alpini Val Torre.

Data evento:
Mer, 11. Gennaio 2017

Un Saluto dal Gruppo Alpini Val Torre.

CHIESA UDINESE IN LUTTO PER LA MORTE DI DON DOMENICO ZANNIER   versione testuale

Sacerdote, poeta e uomo di cultura, pre Meni Zannier è mancato ieri sera, mercoledì 11 gennaio, all'Ospedale di San Daniele. Svolse il suo ministero pastorale a Suttrio, Pradamano, Pocenia, Castions di Strada e Lusevera, diresse inoltre il settimanale «la Vita Cattolica» dal 1972 al 1976. Candidato al Premio Nobel alla Letteratura lascia in eredità una straordinaria opera letteraria.

Si è spento – nella serata di ieri, mercoledì 11 gennaio, in Ospedale a San Daniele – don Domenico Zannier, sacerdote, poeta e uomo di cultura, instancabile cantore del nostro Friuli. Nato a Pontebba nel 1930, fu ordinato sacerdote l’8 luglio del 1956, aveva, infatti, festeggiato domenica 10 luglio 2016 a Majano il 60° di sacerdozio. Cooperatore parrocchiale a Sutrio fino al settembre del 1958, fu poi cappellano a Pradamano (fino al settembre ’59) e in seguito a Pocenia e a Castions di Strada, fino al 1960, per poi diventare parroco di Lusevera, comunità che ha guidato fino al 1972. Successivamente insegnante di scuola media è rientrato nella sua Majano, a Casasola, paese di origine della madre.

 

Figura poliedrica, pre Meni Zannier è stato uomo di cultura a tutto tondo: non solo sacerdote e insegnante, ma anche poeta e scrittore, traduttore e giornalista pubblicista – ha diretto «la Vita Cattolica» nei tempi del terremoto, dal 1975 al 1976 –, critico d’arte. La sua attività letteraria è cominciata in giovane età, raggiungendo, passo dopo passo, vertici consistenti, tanto da ottenere innumerevoli premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali: dal premio «Nadâl Furlan» del 1979, per i valori di civiltà cristiana espressi nella sue opere, passando per il «Premio della Cultura » della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il «Premio Campidoglio d’Oro» della Internazionale Burkhardt Akademie, per citarne solo alcuni. Ma soprattutto, nel 1986, è stato candidato al Nobel per la Letteratura dall’Università di Salisburgo e dall’Università di Innsbruck.

 

Il suo primo lavoro – un sonetto dedicato alla Madonna – a 16 anni, di lì liriche in italiano, abbozzi in francese e in inglese. I primi versi in friulano sono del 1949, ma la vera svolta verso la marilenghe inizia nei primi anni Cinquanta. Prende così corpo la volontà di valorizzazione dell’identità friulana che si traduce in concreto anche nella fondazione della «Scuele Libare Furlane» un’istituzione che dal 1952 al 1975 ha operato in Friuli tra i ragazzi e i giovani. Nei poemi di don Zannier si ripercorre il cammino del Friuli e dell’Europa, attraverso i loro contenuti umani, civili e religiosi, «richiamando il passato come fonte di conciliazione», sottolineava, e rifiutando «la memoria quale alimento di rivendicazione e di odio».

 

Tra le sue tante opere vale la pena evidenziare la quadrilogia dei poemi pubblicati nel volume unico «I dîs dai Ciclamins». «L’Ancure te Natisse», e «I Dumblis Patriarcâi» con la quale ha dato alla letteratura ladina friulana il più vasto ciclo epico-narrativo. Una seconda quadrilogia comprende i poemi «Crist Padan», «Anilusi» (poema indiano), «Flôr Pelegrin» e «Colomps di Etrurie». Il suo ultimo lavoro è «Cjavêi di Lûs» che raccoglie dodicimila versi composti in oltre tre anni.